I barbari in Britannia: Pitti, Scoti, Caledoni, Frisoni, Juti, Angli e Sassoni

La necessità di difendere la Gallia dai barbari provenienti dalla regione renaica richiese lo spostamento di truppe militari dalla Britannia. Quest’ultima si era difesa dai Pitti, Caledoni e Scotigrazie anche al poderoso Vallo di Adriano, ma a seguito della decisione dell’usurpatoreCostantino III di privilegiare la regione della Gallia, fu abbandonata a sé stessa, con il risultato che i Romano-britanni si rivoltarono a Costantino III nel 409, «espellendo i magistrati romani e stabilendo la forma di governo che più gli aggradava»;[36] poco tempo dopo, nel 410, Onorio inviò una lettera alle città britanniche comunicando loro di provvedere autonomamente alle loro difese.

Con la partenza dei presìdi romani, la struttura politica dell’isola si spezzettò in regni formati da gruppi di Britanni spesso in lotta tra loro o in difesa da invasioni da Nord. Dal quinto secolo i re e capi locali cominciarono ad ingaggiare milizie germaniche provenienti dal continente, come iSassoni, gli Angli ed i Frisoni, ai quali si aggiunsero gli Juti dello Jutland (attuale Danimarca), che varcarono il canale della Manica:

« [I Romano-britanni] sedettero in consiglio per decidere quale fosse il modo più spedito ed efficace per evitare il ripetersi di tanto brutali invasioni e razzie… Ed ecco che tutti i membri del consiglio, insieme al fiero tiranno, furono accecati; i guardiani … che scelsero per difendere la nostra terra erano … i feroci sassoni… E una nidiata di cuccioli sbucò dalla tana della barbara leonessa e si fece avanti con tre keels, come nella loro lingua chiamano le navi da guerra… Agli ordini del tiranno, subito conficcarono i loro orridi artigli sulla porzione orientale dell’isola, apparentemente battendosi per la nostra terra, in realtà per combattere contro di essa. Venuta a sapere delle fortune arrise al suo primo contingente, la madre leonessa lanciò un ancor più numerosa muta di cani al loro seguito… [Alla fine i Sassoni] si lamentarono perché il compenso mensile non era sufficiente… e giurarono che avrebbero rinnegato il patto e depredato l’intera isola, qualora non fosse giunto un compenso più generoso. E senza indugio procedettero ad attuare le loro minacce… Il fuoco, appiccato e ravvivato dalla mano degli empi venuti da oriente, divenne incendio e divampò dall’uno all’altro mare devastando le città e le campagne circostanti, e si spense solo dopo avere fatto terra bruciata di quasi tutta l’isola, fino a lambire l’Oceano a occidente con le sue rosseggianti lingue di fuoco. »
(Gildas, Sulla rovina della Britannia.)

Secondo Beda, i Celti chiesero aiuto a Ezio all’epoca del suo terzo consolato (446) o, in alternativa, durante il regno congiunto diMarciano e Valentiniano III (450-455), ma il generale fu costretto a rifiutare per la minaccia unna. Gli invasori occuparono le terre sud-orientali dell’isola principale spingendo le popolazioni celtiche verso nord e ovest, in Caledonia (Scozia), nel Galles, in Cornovaglia e nellaHibernia (Irlanda). Alcuni Celti arrivarono ad attraversare la Manica verso sud, insediandosi nella penisola dell’Armorica, che da questa immigrazione prese il nome di Bretagna.

Gli Angli occuparono la parte centrale e orientale dell’antica Britannia, i Sassoni quella meridionale, mentre gli Juti, in minor numero, si stanziarono nell’estremo lembo sudorientale corrispondente più o meno all’attuale Kent. I Celti, scacciati dalle proprie terre, conservarono a lungo in maniera orale i ricordi della migrazione, che vennero redatti in forma scritta più tardi in poemi in gallese, nei quali si parla degli scontri tra un “dragone rosso” (i Celti) e un “dragone bianco” (gli Anglo-Sassoni). Da queste opere nacque nel XII secolo la leggenda di re Artù, che secondo alcuni potrebbe presentare i tratti di reali personaggi storici (si parla del funzionario romano in Britannia Lucio Arctorioo di un Aurelio Ambrosio).